Si parla molto a proposito della crescente moria delle piccole e medie imprese, e del malessere socio-economico che ne deriva, ma niente di quello che viene detto a riguardo è utile a capire il problema, a capirne le cause e, tanto meno, a risolverlo, e questo perché dire la verità a riguardo causerebbe una destabilizzazione sociale ed economica di spropositate dimensioni.
Brevemente, la situazione debitoria della maggior parte dei paesi europei ha raggiunto un livello tale da poter essere considerata insanabile e molti paesi sono prossimi alla recessione e al default. L’Italia è il paese nelle peggiori condizioni, il che significa che gli italiani saranno i primi a fallire. Non è una questione di se, ma di quando, e il tempo rimasto a disposizione per salvarsi è molto poco.
La gente non lo sa, ma sta per perdere tutto, non solo a livello economico, ma anche, e soprattutto, a livello di diritto di vivere, nel senso filosofico del termine, il che, sarete d’accordo con noi, è ancora più grave.
Lo Stato, per cercare di risolvere il problema, cioè per risanare il debito, è costretto a ricorrere a delle strategie che è constatabile, non servono a nulla, se non a rallentare il processo di fallimento e ad allungare l’agonia.
Chi spera nei governi è uno stolto perché, dati alla mano, dall’inizio degli anni ‘90, la situazione non fa altro che peggiorare.
La soluzione è una, e una soltanto, e sta nell’aumentare il livello di produttività, il che è possibile attraverso l’attività imprenditoriale, cioè attraverso le aziende, perché le aziende sono lo strumento produttivo più potente in assoluto.
Purtroppo, e su questo sono d’accordo in molti, compreso i presidenti e rappresentanti di tutte le associazioni di categoria, mancano gli imprenditori, nel senso che mancano persone con le capacità imprenditoriali necessarie ad aumentare la produttività delle aziende.
Le associazioni di cui sopra si danno molto da fare per risolvere il problema, fornendo corsi di formazione ai loro associati e stimolando i giovani a fare impresa, ma senza successo, perché niente di quello che dicono e insegnano è utile in tal senso, perché non sono competenti nemmeno loro, cioè non sanno come si fa impresa nel ventunesimo secolo. Continua…