L’aspetto che contraddistingue maggiormente la naturalità della vita degli uomini da quella degli animali, è l’interesse a prosperare.

Prosperare significa migliorare sempre di più le proprie condizioni di vita, cioè andare a stare sempre meglio.

Se non sei interessato a prosperare, o se non ne sei capace, non puoi considerarti un essere umano. Il mondo è popolato per la maggior parte da individui che non prosperano come uomini, ma sopravvivono come animali, il che porta alla conclusione, logica, che il mondo è popolato per lo più da animali.

I dati sulla distribuzione della ricchezza spiegano la divisione fra questi due tipi di persone, molto chiaramente: il 10% della popolazione possiede il 90% della ricchezza totale della Terra, il che significa che, tutti gli altri, cioè il 90% della popolazione, si deve accontentare del misero 10%, delle briciole, appunto.

Due classi sociali che vivono in due mondi separati e molto lontani fra loro, benché sullo stesso pianeta, in cui da una parte si prospera, mentre nell’altro si può ambire solo alla sopravvivenza, e lo si deve saper fare con sempre meno.

Il primo vero problema che hai, se sei parte della massa, è che non prosperi come un vero uomo, ma sopravvivi come un animale. Questo è il tuo vero problema, quello che devi risolvere, per salvarti dal Grande Reset, che è un piano contro i topi, non contro gli umani.

Chiunque dica che il Grande Reset è un piano contro l’umanità, è uno che non sa nulla sull’argomento, uno dei tanti cazzari che fanno demagogia per conquistare le piccole menti dei topini, a fini di profitto o di fama (che poi serve a far soldi).

Il progetto La Soluzione è l’unico progetto attraverso il quale poter smettere di esistere come un topo e iniziare a vivere come un vero uomo, come un vero umano, che è quello che devi riuscire a fare, per salvarti dal Grande Reset.

Ma torniamo alla questione economica, che è utile a capire la situazione e come ci siamo arrivati, quindi a capire il problema.

Il grafico sotto, preso dal libro Capitale nel 21° secolo di Tohmas Picketty, illustra l’andamento delle due economie, quella della produttività e del lavoro (g), e quella del ritorno dagli investimenti. Come si può vedere, da dopo la fine della seconda guerra mondiale, le due economie hanno iniziato a contrapporsi, con la prima che ha iniziato a calare, mentre la seconda continuava a crescere.

Con il passare degli anni, sempre più persone sono finite nell’economia del lavoro (che gli economisti continuato a chiamare crescita (g = growth), nonostante sia in calo), mentre sempre meno persone sono rimaste o sono passate nell’economia del ritorno degli investimenti, che è l’economia che cresce per davvero.

Ecco, la soluzione al problema Grande Reset è quella di entrare a far parte dell’economia che cresce, un obiettivo che va raggiunto in fretta, perché il tempo rimasto a disposizione è veramente poco.

C’è un solo modo per riuscirci, e questo è il modo che spiego a coloro che vogliono risolvere il problema Grande Reset, un problema risolvibile, ripeto, solo da persone molto ambiziose e che hanno a cuore il benessere della società in cui vivono e del loro paese, nonché dell’intera umanità, non solo il proprio benessere e quello dei propri cari.

La soluzione al problema Grande Reset consiste nel diventare persone eccellenti, in quanto a capacità produttive e contributive al progresso, il che fa del progetto La Soluzione un progetto per pochi.

Si diventa grandi contributori al progresso, imparando come funziona il Sistema, anzi diventando degli esperti di Sistema.

Il Sistema è il meccanismo su cui è basato il mondo e su cui è basata la vita dell’uomo. Tutto, nel mondo, funziona in base a questo meccanismo, il che significa che il mondo è il Sistema e il Sistema è il mondo. Siccome il Sistema è basato su concetti e principi in perfetta linea con l’interesse naturale dell’uomo a prosperare, allora possiamo dire che il Sistema è la vita e la vita è il Sistema.

La maggior parte della popolazione mondiale (più del 90%) non sa nulla sul Sistema, non sa nulla sul meccanismo del mondo e della vita, il che significa che il mondo è popolato per lo più da persone che sono al mondo ma non sanno come funziona il mondo, e che hanno una vita di cui non ne conoscono il significato, ed è proprio questa ignoranza che fa di loro dei perdenti e dei sofferenti, cioè delle persone che con il passare degli anni perdono sempre di più e fanno sempre più fatica a “sbarcare il lunario”.

La precarietà dei lavoratori è la conseguenza dell’abbondanza delle risorse umane, conseguente all’incremento degli strumenti tecnologici che l’uomo ha creato per produrre sempre di più, sforzandosi sempre meno. Quando l’uomo riesce ad aumentare la sua produttività, riducendo gli sforzi, può dire di prosperare.
La ruota, l’elettricità, la macchina a vapore, l’automobile, gli aerei e i computer, sono invenzioni dell’uomo, interessato in questo senso (a prosperare). La stessa cosa vale per i Bancomat, per i Telepass e anche per le intelligenze artificiali, tutte cose che l’uomo ha inventato, per alleggerirsi sempre di più dal carico di lavoro per fare le cose che gli permettevano di produrre le cose che gli servono per vivere e per stare bene.

ABS, cinture di sicurezza, il casco, i sistemi di diagnosi di malattie (TAC, MRI, Radiografie, ecografie, ecc) sono strumenti che l’uomo

Essere contro il progresso tecnologico significa essere contro la natura umana che, lo ripeto, è improntata sull’interesse a prosperare.

Quelli che sono contro al progresso tecnologico lo sono perché fanno parte della società dei lavoratori, che sono quelli che puntano sul lavoro come mezzo per procurarsi il denaro che serve per comprarsi le cose che servono per vivere, che sono quelli per cui il progresso tecnologico significa “progressivo malessere”.
Il fatto che i nostri nonni e genitori siano stati capaci di avere una vita dignitosa e piena di soddisfazioni, non significa che lo sia per noi e per i nostri figli. Infatti non lo è, e il motivo di questo è, lo ripeto, il progressivo calo del valore del lavoro, di conseguenza all’aumento delle risorse umane a disposizione delle aziende, conseguenza della diminuzione della loro utilità, conseguenza quest’ultima, dell’aumento degli strumenti tecnologici e della loro progressiva efficacia ed efficienza produttiva.

In altre parole… mentre la capacità e il livello produttivo delle macchine aumenta, quello degli uomini diminuisce. Possiamo bestemmiare quanto vogliamo per questo, ma questa è la verità, una verità che bisogna saper accettare come tale, se si vuole risolvere il problema del secolo, quello della fine del topo di conseguenza al piano per il Grande Reset.

Il Grande Reset è un piano coordinato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, il cui fine è quello di ripristinare gli equilibri fra produttività e consumi, equilibri di fondamentale importanza al progresso dell’umanità., equilibri che se continuiamo di questo passo, cioè se il numero degli eccessivi consumatori continua a crescere, finirebbero per sballarsi e l’umanità cesserebbe di esistere.
Per questi motivi, il Grande Reset è un piano a favore dell’umanità, non contro l’umanità, come molti cazzari, ignoranti sull’argomento, sostengono.

Il meccanismo è sconosciuto alla maggior parte delle persone, che sono quelli che con il passare degli anni perdono sempre di più e vanno a stare sempre peggio. E’ un meccanismo basato sull’interesse naturale dell’uomo a prosperare, che premia chi vuole prosperare e che schiaccia sempre di più chi, invece è disinteressato in tal senso.

LA SOLUZIONE

Uscire dal mondo dei topi, dal mondo degli schiavi, per entrare nel mondo degli uomini veri, quelli che prosperano in libertà perché grandi contributori all’umanità.

C’è un solo modo per riuscirci e io sono l’unico, in Italia, che può aiutarti a farcela, perché sono l’unico esperto di Sistema che è disponibile, oltre che interessato, a insegnarlo ad altri, che non siano ancora parte del club di quelli che prosperano, che sono I LIBERI, per davvero.

Gabriele Cripezzi